Lo SPIRITO DELL’ARTE per Eugenio Galli è dato soprattutto dalla distinzione ma mai separazione, del contenuto rispetto alla forma, un’idea crociana che accompagna tutta la sua ricerca artistica che è filosofica, ma che non prescinde dall’eleganza di una tecnica che lo fa apparire in tutta la sua raffinata eleganza.
Credo nell’eleganza ma non voglio pensare all’autocompiacimento – ci ha detto l’artista – non mi interessa né l’autocommiserazione, perché l’artista vive un tempo storico negativo, né l’istrionica autoreferenzialità –
Ha ragione anche quando parla di persuasione e di convincimento, perché l’opera esteticamente deve persuadere e convincere piuttosto che imporsi.
E cosi Eugenio Galli presenta il suo universo spirituale costruito sulla tecnica al servizio del messaggio e sul dovere etico dell’autore di comunicare.
Solo cosi l’opera persiste nel tempo. E l’opera deve persistere nel tempo altrimenti diviene un quid effimero e soggetto ad una variabilità volatile.
L’emozione (io credo di averlo colto nell’opera di Galli molti anni or sono) non è transitoria ma continuativa, non voglio dire nemmeno definitiva, ma continuativa sì, una corrente persuasiva ti avvolge e ti accompagna.
Ritrovo questo autore dopo qualche anno in cui ho seguito da lontano il suo percorso ma non ho scritto nulla di lui. E sento questa continuità che supera la sfera emozionale ruvida per tradursi in una mobilità liquida.
Mi piace cogliere in lui che il valore commerciale nell’opera d’arte è relativo.
Questo non significa che l’opera non possa avere un prezzo, ma vuol dire che al di là del mercato l’ineffabile leggerezza dell’anima soppesa ogni indugio, dubbio, lacerazione interiore. Perché progettare è un po’ sempre doloroso.
Auguri Eugenio, ben ritrovato nella mia ricerca dei valori estetici.

Vito Sutto

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