Il canto della migliore Europa

Con la sua anima europea Mittelfest apre la sua trentesima edizione dal 27 agosto al 5 settembre, nella sempre suggestiva piccola grande Cividale.
Interrogandosi ancora sulla sua identità e crescendo negli anni Mittelfest coniuga musica, prosa, creatività di alto profilo con il canto del suo fiume, il Natisone, e con la potenza del suo ponte, simbolo dell’abbraccio tra genti di varia etnia
L’esordio ha visto lo spettacolo itinerante Remote, e il concerto Il ponte del diavolo, musiche, memorie e tradizioni che rimandano ai corsi d’acqua europei, che sono parsi nel concerto, tutti congiunti, come il sangue di tutte le genti, innestate le une nelle altre in una mirabile fratellanza la cui lettura può essere cristiana ma anche laica.

Europeana di Guanciale

Un inesauribile Guanciale ha recitato, narrato, ‘pianto ‘ sui dolori dell’Europa del ventesimo secolo, in un incessante racconto, di Patrik Ourednik, quasi irrefrenabile, denuncia di violenza e sopraffazione, ma anche rilettura di problematiche, di vizi e abitudini di un secolo interpretato da Guanciale, come fosse un mondo lontano, ma ancor dolorosamente e rabbiosamente pulsante.
Dalle guerre ai giochi dei bambini, dal nazismo al comunismo, dal sessantotto al femminismo, un secolo e la sua gente sono stati raccontati con un ritmo esasperato e con un’enfasi da storico obiettivo, che può lasciare un segno per tutto questo secolo strano e ancora incomprensibile e forse anche per l’avvenire.
L’accompagnamento della fisarmonica di Marko Hatlak ha sapientemente guidato il pubblico a partecipare al dramma del secolbreve.

29 agosto: Domenica improntata sulla musica

Once upon a song in balkans é stato un emozionante concerto con Tijana Vignjevic e Belma Alic che hanno sviluppato in musica il tema dell’amore, del desiderio e della disperazione.
Turn off subtitles, il secondo evento cui abbiamo assistito, è stato un concerto pianistico dedicato a Giuseppe Molinari, si è trattato di uno spettacolo di suggestioni e suoni con Matteo Bevilacqua al pianoforte e Martina Tavano a figurare in danza il disagio esistenziale che fu di Molinari.


Vito Sutto

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