Mercoledì al Mittelfest.


Carlo e Nadia , un incontro tra due giovani di inizio Novecento, una storia di amore e di incomprensione alle soglie di un secolo inquieto che riserverà a tutti amare sorprese. Questo lo sfondo di un’opera andata in scena al Mittelfest per richiamare la figura di Michel Staedter, giovane intellettuale ebreo goriziano che a Firenze conobbe l’inquieta Nadia. La storia del loro amore è stata rivissuta da un bravissimo Radu Murarasu e un’altrettanta affascinante Dina Mirbakh sulle musiche di Riccardo Pez e le luci suggestive, quasi caravaggesche del sempre sensibile Claudio Mezzelani. Regia di Claudio De Maglio e scenario di Santa Maria di Corte, in collaborazione con la Civica Accademia d’Arte Drammatica Nico Pepe, garanzia di qualità come sempre. Carlo, l’innamorato folle non ha scampo, la roulette della vita lo travolgerà come Nadia in una scelta drammatica.


La seconda parte della serata  si è svolta in San Francesco dove un mirabile incontro di ottoni ha sonoramente investito anima e corpo dei presenti che hanno acclamato una musica imperdibile dal titolo Aere Fragmenta, veramente frammenti di aria  fresca e luminosa, come gli ottoni che brillavano nelle mezze luci dell’austera chiesa medievale. Mestri e allievi del Conservatorio Tomadini, insieme, per la direzione di Marco Somadossi, concentrato di professionalità e di empatia. Il programma comprendeva brani di Gabrieli, Ewazen, Milani, Haendel, e Beatles. Disputa di stile e caratteri, dice la nota di sala. Bellissimo. Non dieci, ma undici.


Serata a chiusura con la splendida Tosca che ha cantato in friulano accanto al magico maestro Valter Sivilotti, il pianista superlativo, compositore e direttore di orchestre. Timp e tiare, il titolo, per un programma che ha rivisitato la sempre commovente Stelutis alpinis, ma altri brani  suggestivi come April, Cualchi volte e Incuintri al doman. Le firme: Arte Voce Ensemble e Accademia Musicale Naonis, coproduzione con l’Agenzie Regional pe Lenghe Furlane. In platea il dinamico presidente Cisilino. Va sottolineato il lavoro dell’insostituibile Arlef  e la simpatia di Tosca, incantevole quando canta e orgogliosa di avere studiato la Lingua Friulana.


Vito Sutto

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